Il Wing Chun/Wing Tjun ha fama di stile  efficace, e questo grazie alle sue affascinanti teorie sul modo di difendersi e  sull’azione delle braccia, o meglio degli avambracci che si muovono partendo  dai gomiti.  
                  Pur essendo uno stile decisamente  aggressivo, il Wing Chun possiede una teoria difensiva estremamente accurata;  questa si basa innanzitutto sul principio che i bersagli più vulnerabili del  corpo umano si trovano sulla linea centrale (Joan Sien), e quindi questa deve  venire protetta. Se la linea centrale viene protetta dalle mani, una sarà  avanzata (Man Sao: la mano che cerca) rispetto all’altra (Wu Sao: la mano che  difende). La mano avanti servirà a proteggere anche i fianchi. 
                  Il corpo umano, per quanto  riguarda la difesa, viene diviso in due zone: dall’inguine in giù, dove la  difesa viene affidata alle gambe, e dall’inguine alle sopracciglia. La zona  superiore è a sua volta divisa in quattro da due linee perpendicolari: la linea  centrale verticale e una linea orizzontale che passa all’altezza del plesso. Le  quattro zone si dividono, secondo una teoria comune a molti stili, in “interne”  ed “esterne”, in cui si considera interno lo spazio compreso tra le due mani.  Nel Wing Chun questa teoria è complicata dal fatto che le due mani sono  entrambe sulla linea centrale e hanno ciascuna una propria zona d’influenza:  una avanzata e l’altra arretrata. 
                  Una volta stabilita la teoria  della difesa, il Wing Chun insegna numerosi tipi di parata (nel Wing Chun la  parata è più esattamente un controllo dell’energia dell’avversario da usare a  proprio vantaggio) eseguiti con una grande economia di movimenti, e soprattutto  insegna a colpire con un pugno corto e verticale che parte dal centro; una  serie di pugni tirati il più rapidamente possibile e l’addestramento a colpire  un sacchetto imbottito appeso al muro fanno parte dell’allenamento del  principiante. 
                  Si cominciano a studiare i Lap  Sau, cioè l’arte di intrappolare le braccia dell’avversario prima di  contrattaccare, e contemporaneamente si comincia a studiare il movimento dei  piedi dalla caratteristica posizione a “clessidra” o a “cavaliere inverso” (Yee  Chi Kim Yeung Ma), praticando anche la posizione laterale. 
                  Poi si comincia a studiare una  forma semplice di “Chi Sao”, ovvero “mani appiccicose” che, pur usate in altri  stili, sono una specialità del Wing Chun. Le forme più semplici prevedono  l’impiego di un braccio solo (Dan Chi) e una serie di movimenti prestabiliti;  in seguito si passa a serie più complesse per finire con la pratica libera. 
                  Il Wing Chun è uno stile di  combattimento ravvicinato molto utile per la lotta da strada. 
                  Il Wing. Chun possiede le tre  seguenti forme a mani nude: Siu Nim Tao: la piccola idea, Chium Kiu: chiudere l’intervallo e Biu Jee: colpire con le dita. 
              Proseguendo nella tecnica si  incontra il lavoro contro un manichino di legno. 
                      Lo stile insegna il maneggio di  due tipi di armi: i bar cham dao o  coltelli-farfalla e un palolungo circa tre metri e mezzo chiamato “palo a sei  punti e mezzo”; l’idea trasmessa ai suoi adepti potrebbe sintetizzarsi così:  “Salta addosso all’avversario e riempilo di colpi fino a quando non si muove  più”. 
                  LA POSIZIONE DI GUARDIA: La posizione a clessidra  rovesciata (Yee Chi Kim Yeung Ma) riveste un’importanza particolare e merita di  essere studiata attentamente. Dalla posizione normale di  attenti si piegano le ginocchia portando i pugni ai fianchi col palmo in alto e  allargando le punte dei piedi. Facendo perno sulle punte dei piedi allargate,  si allargano quindi i talloni, stringendo le ginocchia e portando le mani a  difesa della linea centrale. Particolare attenzione va posta al bacino che va  fatto avanzare fino a sentire la schiena in posizione eretta. Da questa posizione “seduta” un  esperto può muoversi rapidamente in avanti o evitare gli attacchi avversari con  spostamenti laterali del busto, sottraendosi alla linea d’attacco  dell’avversario e mantenendolo contemporaneamente nella propria. 
                  LA TEORIA DELLE ZONE DI DIFESA: La posizione di guardia serve  anche come base per illustrare la teoria della difesa del Wing Chun. Possiamo  dividere il corpo in zona bassa, che va difesa con spostamenti o tecniche di  piede; zona media che si divide a sua volta in interna ed esterna con  riferimento alla mano avanzata (Man Sao, la mano che cerca); e zona alta,  anch’essa divisa in interna ed esterna. 
                  CHI SAO O MANI APPICCICOSE: Si tratta di un esercizio  classico del Wing Chun, di cui esistono innumerevoli varianti a una o due mani,  in ordine di difficoltà crescente, fino ad arrivare all’allenamento libero fra  due avversari. Il Chi Sao si esegue in modo ripetitivo senza soluzione di  continuità per acuire la propria sensibilità nei confronti degli attacchi.  
                    Si tratta essenzialmente di uno  studio di angoli e movimenti che sono essenziali per raggiungere l’abilità  propria del Wing Chun, cioè quella di avere un corpo elastico come una frusta  in grado di reagire istintivamente ad ogni attacco. Questo allenamento  permetterà una gestione del proprio peso e della propria gravità che permette  di utilizzare facilmente la forza ed il peso dell’avversario a proprio  vantaggio. Questo esercizio è legato al concetto di Yin e Yang e al flusso del  Chi, per cui la comprensione dei meccanismi che muovono l’energia nel nostro  corpo è essenziale per comprendere appieno il Chi Sao. Se si è dubbiosi sui  concetti del Qigong cinese, praticando il Chi Sao, ed arrivando ad un buon  grado di sensibilità, si cambierà facilmente idea e, andando un po’ a  documentarsi, si potrà riscontrare la razionalità e logica scientifica che  ormai hanno dato pieno riconoscimento alla medicina cinese.  
                  LE ARMI NEL WING TJUN: Il bastone (Kwun) è un’arma  considerata importantissima per la formazione del corpo e il cui apprendimento  è propedeutico al maneggio di tutte le altre armi. Era un’arma tipica degli  stili Buddhisti, in quanto i precetti di Buddha proibiscono di spargere sangue,  e il bastone, teoricamente, permette di difendersi senza spargere sangue. I  coltelli-farfalla (bart cham dao); armi tipiche cantonesi, sono simili a corte  sciabole dalla lama larga con una robusta guardia da cui parte un uncino.  |